Testimonianza di EDA PELAGATTI
Eda Pelagatti aveva seguito don Lorenzo Milani a Barbiana. Dal dicembre del '54 fino al giugno del '67 vissero sempre insieme.
Lunedì 3 agosto 1987
Con don Lorenzo ho vissuto per 20 anni e fino al '61 eravamo io e mia madre Giulia a stargli vicino. Io e lui eravamo come fratello e sorella senza interessi né di soldi, né di altro. Quando fu mandato a Barbiana, mandò in macchina me e la mamma quassù perché decidessimo liberamente se volevamo seguirlo oppure no. Io ho vissuto con lui in famiglia, non al suo servizio.
Quando arrivò a Barbiana, don Lorenzo non pianse, o almeno io non l'ho visto piangere, poi non so se quando salì in camera sua pianse.
Cominciò con la scuola il giorno dopo e i suoi ragazzi oggi sanno fare ogni cosa.
Non voleva che i ragazzi stessero in ozio: "il tempo è prezioso", diceva il priore.
Lui non perdeva mai tempo e la sua vita era un insegnamento continuo.
Era un vero cristiano. Ricordo che un giorno trattò male una persona ed io, che amavo il quieto vivere, gli dissi: "Ma Priore, ora non tornerà più". E lui: "Ha paura che non ci porti più la roba, Eda? Ma se non ce la porta lui, ce la porterà qualcun altro". Perché a lui interessavano le anime e non le cose.
Certo gli dispiaceva che la gente potesse pensare male del suo trasferimento a Barbiana. Un giovane prete di soli 31 anni. Che male aveva mai fatto per meritare un tale esilio?
l priore aveva un profondo rispetto per la mamma. Io non ho mai visto una persona rispettare la propria mamma come lui.
Ai genitori dei ragazzi della sua scuola, per convincerli fino in fondo, diceva: " Se li mandate da me fate il vostro interesse. Se li mandate nei campi fate gli interessi del padrone ".
Ogni mattina si alzava alle 6,30. La scuola cominciava alle 7 o 8 e andava avanti tutto il giorno. Talvolta fino alle 10 di sera.
Per lui la preghiera era stare con i suoi ragazzi. Certo, brontolava con loro ogni volta che ce n'era bisogno, ma li amava tanto che anche malato non smise mai di fare scuola. Io ero contenta di essergli vicino anche se avevo sempre tanto da fare, perché la vita quassù era movimentata, e come!
D'estate, quando qui a scuola venivano i figli bocciati di amici o conoscenti, persone più benestanti, lui faceva loro scuola e quando a pranzo qualcosa non piaceva, il priore mi ordinava di dar loro doppia razione.
A proposito dei rapporti tra uomo e donna, ricordo che un giorno venne una francese con un ragazzo. La sera la ragazza, che aveva la sua camera vicino al bagno, sentì qualcuno. Credendo che fosse il ragazzo lo chiamò. Era invece il Priore, che non rispose, ma il giorno dopo le fece fare la valigia e la mandò via.
Non voleva per sé attenzioni particolari, nemmeno quando era malato. Un giorno che alcuni ragazzi rimasero a casa a dormire ed io diedi loro poco da mangiare, don Lorenzo mi disse: " Eda, ci manderebbe noi a letto senza carne: me, Michele, Francuccio e la nonna?! Io non mangio".
Durante il processo aveva un pò paura perché lo minacciavano.
Don Lorenzo parlava con tutti del tipo di rapporti che aveva con la Chiesa e don Cesare (Mazzoni), parroco di S. Lucia del Mugello gli fu sempre vicino: nel bene e nel male ".