Tutte le volte che penso a don Lorenzo Milani, alla sua vita, alle sue scelte, ai suoi allievi che mi onoro di aver come amici, mi commuovo profondamente.
Penso alle ‘intuizioni’ felici, alle metodologie così profondamente non-medodologiche da essere geniali e capaci di funzionare con ragazzi che la scuola-istituzione aveva respinto, rinunciando così al proprio ruolo istituzionale.
Mi commuovo, se penso agli interventi di Nevio e di Nanni durante la presentazione del libro: ’Socrate e don Milani’, e mi viene in mente l’episodio della contessa…
Una nobile dama era molto stupita che gli allievi della Scuola Popolare di Calenzano mettessero in scena ‘L’Apologia di Socrate’ di Platone.
‘COME, DEI SEMPLICI INTENDONO L’APOLOGIA?’
E i ragazzi, di rimando:
‘COME, UNA CONTESSA INTENDE L’APOLOGIA?’
Don Lorenzo insegnava loro l’orgoglio di essere uomini e cittadini…..con quel senso di cittadinanza che oggi non riusciamo più a cogliere nel suo significato profondo.
Mi vengono in mente Gianni, figlio del popolo, e Pierino del dottore, figlio della borghesia.
Il primo con un vocabolario di base scarso, il secondo che ciucciava l’italiano dal seno della balia, mentre la signorina tedesca o inglese gli insegnava la seconda lingua nella sala dei giochi…
Oggi Gianni è rimasto se stesso, ma ha il cellulare ultimo grido e i pantaloni griffati (proprio come temeva il priore); di contra, Pierino somiglia sempre più al Lorenzo di Guzzanti, quello che, ripetendo la lezione alla Dandini, dice ‘SECERNE MUCO’ parlando di qualsivoglia argomento e con un’ arietta tutt’altro che sveglia …beh, del resto la signorine tedesche sono sparite anche loro…
In questo mondo arrovesciato e omologato in basso non c’è nemmeno giustizia: Gianni, proprio perché tutto acchittato (come direbbe Pasolini), alle elezioni voterà per quel Pierino-Lorenzo, il quale continuerà a fregare il povero Gianni, e lo farà senza essere né capace né valente…segno evidente che passano gli anni, ma non cambia granché nell’etica pubblica italiana…
Semmai, le cose sembrano peggiorare: Pierino-Lorenzo, che pur vive nell’ ‘orticello del privilegio’, nemmeno ci pensa ad usare la sua posizione sociale per accedere alla cultura!
Sì, accedere ad un privilegio!
Perché l’istruzione, la cultura, la scuola sono davvero un lusso e un privilegio, ed è tempo che noi, gente di scuola, finalmente lo gridiamo ai nostri ragazzi e che finalmente raccogliamo almeno un po’ di quello che don Lorenzo ci ha tramandato.
Altro che definire ‘datate’, come purtroppo fanno oggi alcuni colleghi (magari ignorantemente in buonafede), tante geniali intuizioni del priore! Ma può essere datato ciò che non è mai stato agito davvero?
O forse, come disse una insegnante ad una lezione tenuta da Edoardo Martinelli,:’Ci dobbiamo vergognare’?…Sì, certo, ci dobbiamo vergognare, perché è molto più comodo trasmettere nozioni, solo pensando: ‘ chi impara impara…e gli altri vadano a farsi benedire!’
Nel tempo, non è dunque troppo cambiata quella scuola selettiva di classe che don Lorenzo pigliava a schiaffi,…però è cambiato il mondo che la circonda: sono caduti il comunismo, l’Unione Sovietica, le ideologie, ci sono state le guerre nei Balcani, nel Golfo, è arrivato l’euro…, ma la scuola è praticamente la stessa dei giorni di don Milani: così, l’opinione pubblica la bistratta e la politica non se la fila proprio, anzi!, la utilizza per attuare tagli a random, giusto per pareggiare spese e sprechi fatti magari in altri settori pubblici…
Tuttavia, questa povera Scuola deve essere - comunque e sempre - considerata dai nostri alunni italiani UN LUSSO!
Che vadano a chiederlo ai loro coetanei africani, in quei Paesi dove la scuola pubblica non esiste, dove - se i loro genitori, cosa molto frequente, non hanno cento dollari l’anno - devono abbandonare gli studi!
Ho visitato con piacere una Scuola nello Swaziland, gestita dal Comune di Sassuolo; era bellissimo vedere i bambini seduti sulle stuoie, attentissimi, con i quaderni (non ci sono banchi) sulle gambe! Viaggiare e vedere gli altri è una grande lezione…
Don Lorenzo aveva visto giusto anche in questo caso, con il suo particolare ‘esame di maturità’, cioè mandando i giovani barbianesi all’estero per imparare un’altra lingua, per imparare a vivere con i ‘diversi da noi’ e per una grande lezione alla pace: ‘VOI A FAR LA GUERRA CONTRO DI LORO NON MI CI PORTERETE: HANNO DUE FIGLI DELLA MIA ETA’ E LE BESTIE NELLA STALLA’ (da Lettera ai giudici).
Insomma, la convivenza civile non si insegna con lezioni frontali, ma la si deve vivere giorno per giorno con azioni di civilta’ e con buoni maestri.
A proposito dei quali, mi pare che oggi nella Scuola secondaria di primo grado, fra le discipline insegnate ci sia appunto quella ‘cittadinanza’, affidata ad uno specifico docente…E così, i bambini italiani passano dal famigerato neo-maestro unico ad una decina di adulti che spesso vogliono da lui cose diverse (cittadinanza compresa)… A parte l’auspicato sforamento delle discipline, pensato da E.Morin, la fatica dell’alunno di adattarsi a molti insegnanti non è cosa da poco!
Ovviamente, questo non vuole essere un attacco all’occupazione dei docenti italiani! Però, un invito a pensare un insegnamento più unitario, con un utilizzo migliore delle risorse, questo sì!
A tale proposito, secondo me, un correttivo adeguato può essere senz’altro la presenza, nella classe, del docente di sostegno. Un mio caro collega definisce l’insegnante di sostegno come una persona che ha un occhio in più (forse ispirandosi alle filosofie orientali), cioè ‘il terzo occhio’.
E’ quel docente che, se ha capito bene il proprio ruolo, ha il quadro della situazione del gruppo-classe, ed è la malta che lo tiene unito: lavora sui conflitti, senza paura di aprirli e con la capacità di chiuderli.
Naturalmente, cura di persona ed in collaborazione con i colleghi il curricolo degli alunni diversamente abili (…che sia, forse, questa la ragione per la quale il Ministero dell’Istruzione ne ha oggi diminuito il numero complessivo?).
In attesa di risposta, ecco che, intanto, l’indagine OCSE – PISA ha individuato una grossa carenza della preparazione degli alunni italiani … Chi, invece, si è piazzato al primo posto? La Finlandia, cioè il Paese europeo che evidenziò a suo tempo questi problemi e vi pose rimedio, investendo in denaro e risorse umane. Che gente strana, i finnici!
Da noi, invece, le riforme nella Scuola si fanno tagliando… chissa’ chi ha ragione?