Scuola di Barbiana
Lettera a Sergio Bicchi
LETTERA A SERGIO BICCHI
Questa lettera, poco conosciuta, è invece importantissima per capire il pensiero trasversale di don Lorenzo e come si educa alla coerenza, caposaldo di ogni mediazione del conflitto. Il tema in discussione, nella fabbrica pratese, era: più soldi, tramite un aumento dei ritmi di lavoro, o più occupazione, ossia assunzione di manodopera.
Sergio Bicchi (socialista), Alvaro Sarti (comunista) e Maresco Ballini (democristiano) avevano orientamenti politici diversi e, per quanto fossero tali idee conflittuali nella vita normale, grazie alla scuola di S. Donato che frequentavano, troveranno un modo per operare insieme.
da Repubblica di Barbiana, 28 dicembre 1955
Caro Sergio,
grazie della tua cara lettera. Vorrei tanto che tu prendessi l'abitudine di scrivere spesso tutto quello che pensi. Faresti un grande piacere a me e farebbe un gran bene anche a te e non solo per imparare a scrivere l'italiano, ma anche perché scrivendo si pensa di più.
Mi dici che ti sei lasciato un po' andare; non credo però che tu sia diventato come tutti, perché Maresco mi raccontò tempo fa che te e Alvaro foste tra i pochi che si schierarono per i disoccupati sulla questione degli straordinari. Se ho ben capito deve essere stato un bel episodio. No? Voi tre con in tasca tre tessere differenti avete saputo risolvere nello stesso modo e nel modo giusto un problema che vi si presentava e che la maggioranza risolveva male.
Questo lo dovete credo alla scuola la quale non vi ha dato un'idea unica e un'unica tessera, ma vi ha abituato a pensare le cose prima di farle e a non farle mai se non coerenti a quel che avete pensato.
A questo ideale qui mi preme che tu resti fedele: essere sempre in ogni caso pensoso e coerente.
A me basta e avanza. Perché se un giorno (come talvolta ti accade) ti senti rimescolare dentro il bisogno di Dio sarai pensoso di quello e coerente a quello e diventerai un buon cristiano. Se invece il pensiero di Dio non ti verrà, allora ti salverai lo stesso solo per essere stato pensoso e coerente alle altre cose che avrai creduto per esempio al socialismo o alla causa dei poveri in genere.
Voi mi siete tutti grati della scuola che v'ho fatto e avete ragione. Ma io ho avuto da voi esattamente tanta scuola quanta ve ne ho fatta. Né un minuto di più né un minuto di meno. E se ne so più di voi, è solo perché io c'ero tutte le sere e voi invece qualche volta non c'eravate. E se molti altri preti son più bischeri e impreparati di me è solo perché non han saputo mettersi alla scuola dei loro operai e tendere l'orecchio al loro insegnamento.
E ora ti saluto con grande affetto e spero di vedere presto te o un tuo scritto.
Perché non provi a scrivere un articolo sulla necessità della scuola e su quel che la scuola ti ha dato? Senza mai rammentare che era la scuola di un prete, in modo che si possa poi pubblicare in un settimanale giovanile socialista.
Se tu lo butti giù io poi ti aiuterò a rimetterlo insieme e mi divertirei un mondo.
A presto tuo
Lorenzo